Nel suo intervento in Parlamento, il deputato Francesco Emilio Borrelli ha portato all’attenzione nazionale il caso delle minacce subite dal giornalista Pino Grazioli, noto per le sue denunce pubbliche contro la camorra. Grazioli è stato bersaglio di intimidazioni dirette da parte del boss Marsicano, camorrista attualmente detenuto, intercettate dalla Squadra Mobile. Il boss, secondo quanto emerso, lo avrebbe accusato di “osare troppo” nelle sue inchieste sui legami tra il clan e l’omicidio di Antonio Covelli, un giovane di 19 anni brutalmente ucciso e carbonizzato a Pianura per questioni legate al traffico di droga.
Tra le frasi più minacciose registrate, il boss avrebbe ordinato di “punirlo in modo esemplare”, aggiungendo che “questa volta non lo butto nella selva”. Le intercettazioni, contenute negli atti ufficiali, testimoniano il clima di intimidazione in cui operano i giornalisti impegnati a denunciare i soprusi della criminalità organizzata.
Borrelli ha sottolineato come queste minacce siano emblematiche della pericolosità della camorra e del tentativo costante di silenziare chi racconta la verità. Ha chiesto al Parlamento e alle istituzioni un impegno più deciso per proteggere Grazioli e chiunque si batta per la legalità e la giustizia. Le autorità, nel frattempo, hanno rafforzato le misure di sicurezza a tutela del giornalista, dimostrando che lo Stato è presente, anche se molto resta da fare per garantire la libertà di stampa e il diritto di denuncia.
Concludendo, Borrelli ha ribadito che non ci sarà alcuna resa nella lotta contro la criminalità organizzata, sostenendo chi rischia la vita per far emergere la verità.