Il 26 dicembre 2004, un devastante tsunami colpì l’Oceano Indiano, causando oltre 230.000 vittime in 14 Paesi. Tra i sopravvissuti, il cantante napoletano Gigi D’Alessio, che si trovava alle Maldive con la famiglia per le vacanze natalizie.
In un’intervista al Corriere della Sera, D’Alessio ha rievocato quei momenti drammatici: “In un attimo il mare diventò un mostro che divorò quel paradiso e la sua gente. Fu terribile”. Racconta di aver preso in braccio il figlio Luca, allora poco più che un neonato, e di essersi mosso nell’acqua crescente per raggiungere gli altri figli, Claudio e Ilaria, in un bungalow vicino. “Riuscimmo poi a raggiungere tutti una zona sicura tra urla, disperazione, distruzione. Nulla si salvò”.
Il cantante ricorda con dolore gli sguardi disperati di chi aveva perso tutto: “Ho toccato con mano la disperazione di uomini e donne che piangevano i familiari scomparsi tra le onde”. E aggiunge: “Noi alla fine ci avremmo rimesso solo un enorme spavento e una vacanza in un posto esotico che avremmo potuto rifare quando avremmo voluto”.
D’Alessio sottolinea il profondo senso di colpa provato per essersi salvato: “Pensavo che il tempo avrebbe trasformato questa giornata in un ricordo evanescente, invece non è stato così. Non ho dimenticato quello che accadde, non volevo farlo”. E ricorda con ammirazione la compostezza e la solidarietà della popolazione locale: “Il coraggio di donne, uomini e bambini che scavano a mani nude”.
A distanza di vent’anni, l’esperienza vissuta alle Maldive rimane indelebile nella memoria dell’artista, testimone diretto di una delle più grandi tragedie naturali della storia recente.