Un’altra storia terribile di violenza contro le donne. Giusy, una giovane donna italiana, è stata aggredita dal suo ex compagno che ha tentato di farla a pezzi. La sua testimonianza, raccontata dal giornalista Pino Grazioli, è un monito per tutti noi: la sicurezza delle donne è un’emergenza che non può più essere ignorata.
Giusy si è ribellata alle violenze subite. Dopo aver subito soprusi e umiliazioni, ha trovato la forza di dire basta. Ma la sua ribellione le è costata cara. Il suo ex compagno, accecato dalla rabbia e dalla frustrazione, si è fiondato a casa sua , distruggendo la sua abitazione e mettendo a rischio la sua stessa vita. Solo grazie al suo coraggio e all’intervento della polizia, Giusy è riuscita a salvarsi. Ma le ferite, sia fisiche che psicologiche, saranno profonde e difficili da cancellare. Non riesce più a vivere serena, terrorizzata dalla possibilità di incontrare nuovamente il suo aguzzino.
L’avvocato dell’uomo ha chiesto l’infermità mentale per farlo uscire dal carcere. Una richiesta che appare come un tentativo di minimizzare la gravità del reato e di sottrarre il colpevole alla giustizia. Ma non possiamo permettere che questo accada. Dove è la sicurezza per le donne? Quante altre Giusy devono ancora soffrire prima che si faccia qualcosa di concreto per contrastare la violenza contro le donne? Dobbiamo chiedere pene certe per questi aguzzini, che non sono bestie, ma uomini che devono essere puniti per i loro crimini.La storia di Giusy è un appello a tutti noi. Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a questa terribile realtà. Dobbiamo unirci e lottare per un mondo dove le donne possano vivere libere e sicure.