Il recente caso di malaria segnalato in Veneto ha generato un certo allarme, ma le autorità sanitarie della Regione hanno chiarito che si tratta di un’infezione “di importazione” e non di origine autoctona. Secondo l’Ulss 9 Scaligera, il paziente aveva viaggiato di recente in Nigeria, una zona in cui la malaria è ancora endemica, contraddicendo così le prime ipotesi che si trattasse di un caso originatosi in Italia .
L’epidemiologo Giovanni Rezza, esperto di salute pubblica, ha spiegato che casi autoctoni di malaria in Italia sono estremamente rari, poiché la zanzara Anopheles, necessaria per trasmettere la malattia, è presente solo in alcune aree ristrette e non ha una diffusione significativa sul territorio nazionale. Inoltre, l’Italia non ospita naturalmente il parassita Plasmodium, che causa la malaria, rendendo quindi improbabile una diffusione locale del contagio. Secondo Rezza, anche con la presenza della zanzara vettore, la trasmissione su larga scala rimane improbabile perché richiederebbe un parassita attivo e condizioni ambientali specifiche .
Le autorità sanitarie continuano a monitorare attentamente la situazione e a promuovere la sorveglianza, ricordando ai viaggiatori che rientrano da aree a rischio di prestare attenzione ai sintomi e di sottoporsi a controlli sanitari per evitare la diffusione di malattie infettive importate.