Il decreto Cutro, così chiamato poiché emanato dal Consiglio dei ministri riunitosi a Cutro dopo la strage di migranti sulle coste della Calabria, è stato ufficialmente approvato come legge. La Camera dei Deputati ha votato a favore della sua conversione in legge con 179 voti favorevoli, 111 contrari e tre astenuti. Dopo l’approvazione del Senato il 20 aprile, il processo legislativo è stato completato e il decreto è diventato una legge nazionale.
Nelle scorse settimane, il decreto Cutro è stato oggetto di pesanti critiche da parte delle opposizioni politiche, le quali hanno continuato a manifestare la loro opposizione anche durante l’odierna seduta dell’Aula parlamentare. Il decreto, che prevede varie misure, tra cui una forte limitazione della protezione speciale – ovvero il permesso di soggiorno concesso per due anni alle persone che richiedono asilo ma non soddisfano i requisiti per essere considerati rifugiati o ottenere la protezione sussidiaria – mira a una drastica riduzione della protezione speciale e all’eventuale cancellazione completa della stessa, afferma il governo.
Il decreto Cutro prevede inoltre misure volte a ridurre il numero di ricorsi presentati contro il diniego delle richieste di protezione internazionale. Tuttavia, su questo punto è stata sollevata una questione di costituzionalità, ma il governo si è impegnato a modificare tale passaggio. Inoltre, il decreto rafforza i Centri di permanenza per il rimpatrio (CPR), aumentando il periodo massimo di detenzione da 120 a 135 giorni. L’obiettivo del governo, in particolare della parte leghista, è quello di potenziare la costruzione dei CPR e di avere un centro in ogni regione. Il decreto Cutro prevede anche un nuovo reato per punire gli scafisti, con una pena detentiva fino a 30 anni se una persona muore durante l’attraversamento del Mediterraneo.