Il Volturno, un fiume che segna il confine tra la Campania e il Lazio, rappresenta uno dei luoghi più suggestivi e problematici della regione. In particolare, l’area intorno al depuratore di Marcianise è diventata un simbolo di degrado ambientale e sociale, dove la quotidianità è segnata da disagi insostenibili e pericoli incombenti.
Tutti i giorni, chi vive e lavora nelle vicinanze del depuratore è costretto a convivere con un odore insopportabile che permea l’aria. Un fetore nauseabondo che rende l’aria irrespirabile e la vita in queste zone quasi invivibile. La situazione è ormai da anni sotto gli occhi delle autorità competenti, ma nonostante le segnalazioni, la situazione sembra non migliorare. La zona, una volta simbolo di potenzialità industriale, è ora immersa in una realtà di inquinamento e disinteresse, dove anche la Terra dei Fuochi sembra aver trovato il suo riflesso.
Il depuratore, ora sotto sequestro, è stato per anni un ricettacolo di problemi ambientali. Fino a poco tempo fa, i rifiuti tossici venivano sistematicamente sotterrati, aggravando una situazione che già presentava numerose criticità. L’inquinamento non è limitato solo all’aria: anche il fiume Mar Volturno è gravemente compromesso, con le sue acque inquinate da sostanze pericolose che minacciano non solo l’ecosistema ma anche la salute di chi risiede in queste aree.
La criminalità ambientale non è l’unico problema di questa zona. In questi ultimi anni, il paesaggio si è arricchito di una presenza inquietante: roulotte e insediamenti abusivi che sono diventati una casa per molte persone, tra cui alcuni gruppi di rom. Le condizioni di vita sono al limite, ma la situazione è ulteriormente aggravata da attività illecite che coinvolgono spaccio e sversamenti illegali di rifiuti. La notte, infatti, è il momento preferito per chi sceglie di liberarsi dei materiali più pericolosi, come cavi elettrici, che vengono incendiati per estrarre il rame, contribuendo così all’inquinamento dell’aria e della terra.
In quest’area, inoltre, non è raro assistere a incontri tra uomini e donne, o tra uomini, in uno scenario che va oltre il degrado ambientale e diventa anche sociale. Il traffico di persone, le attività illecite e l’assenza di un controllo costante hanno contribuito a creare un ambiente dove la criminalità e l’abbandono sembrano prevalere su ogni altro aspetto.
Le autorità sembrano impotenti di fronte a questa realtà, nonostante l’incessante crescita dei disagi. Gli sforzi di bonifica, quando avvengono, sono sporadici e mal coordinati. Eppure, il destino di questa zona, e di chi ci vive, sembra ancora appeso a un filo, tra la speranza di un intervento risolutivo e il continuo arrendersi davanti a una situazione che non fa che peggiorare.