Le indagini su Internet si sono ribaltate contro di lui, lasciando dietro di sé una serie di tracce che, unite ad altri elementi, potrebbero pesare gravemente sul barman Alessandro Impagnatiello, portando all’aggravante della premeditazione e rendendo la sua posizione ancora più difficile. Le ricerche su Google, oltre a quella sul veleno per topi successivamente trovato nel suo zaino, sembrano suggerire un goffo tentativo di cercare informazioni su come nascondere le “impronte” digitali che permettono di collegare la presenza di una persona a un determinato tempo e luogo. Queste ricerche si sono rivelate decisive in numerose indagini, smontando alibi e bugie.
Il 26 maggio, il giorno prima dell’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, che era al settimo mese di gravidanza, il trentenne ha cercato online informazioni su come “disconnettere dispositivi WhatsApp Web”, cercando anche frasi come “WhatsApp Web come uscire”. Possibile che lo avesse fatto per nascondere qualche verità all’altra donna? Questo fatto costituisce una delle tessere del puzzle, raccolte durante le indagini che attualmente si concentrano sulle fasi che precedono e seguono il delitto, ovvero la pianificazione dell’omicidio e l’occultamento del corpo. L’inchiesta è nelle mani dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano e della Compagnia di Rho, con la collaborazione dell’aggiunto Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo. L’obiettivo è ricostruire questi due aspetti, “il prima e il dopo”, che non sono stati affatto chiariti nella confessione del trentenne, il quale ha raccontato una serie di bugie sia riguardo all’omicidio che alla doppia vita che conduceva con un’altra donna. Attiva le notifiche sul Sito Web per rimanere sempre aggiornato. Per seguire le nostre dirette visita la nostra pagina Facebook Pino Grazioli Giornalista.