ITALIA. Ce ne sono tante, ma nessuno le vede. Sembrano essere invisibili nel nostro Paese. Sono le “stazioni segrete” di polizia cinesi presenti in Italia. Proprio questa mattina Matteo Piantedosi, venuto alla Camera per parlare di questo problema, è intervenuto con un’inchiesta.
“Presso il Dipartimento della pubblica sicurezza non c’è alcuna autorizzazione in ordine all’attività di centri cinesi per il disbrigo di pratiche in Italia. Assicuro che le forze di polizia, insieme all’intelligence, attueranno un monitoraggio con la massima attenzione, io lo seguirò personalmente e non escludo provvedimenti sanzionatori in caso di illegalità riscontrate“.
Secondo il rapporto afeguard Defenders, un’Ong basata a Madrid, in italia sono 11 i centri di polizia cinesi. Il loro scopo, si presume, è quello di sorvegliare i connazionali presenti all’estero.
Il ministro aggiunge: “Non ha alcuna attinenza con gli accordi di cooperazione di polizia ed i pattugliamenti congiunti tra Italia e Cina che si sono svolti dal 2016 al 2019”.
“Riguardo all’apertura a Prato di una presunta stazione di polizia cinese” continua poi, ” la polizia ha immediatamente avviato accertamenti, dai quali è emerso che lo scorso marzo un’associazione culturale cinese ha aperto una sorta di sportello per il disbrigo di pratiche amministrative rivolto ai connazionali in Italia, nonché un servizio per il rinnovo di patenti cinesi e per le successioni. Ad oggi risulta che il centro non fornisca più questi servizi verso i quali c’è stato peraltro uno scarso interesse, essendo pervenute solo 4 richieste”.
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