NAPOLI. Il vicesegretario regionale per la Campania del Sappe, Raffaele Munno, denuncia che un drone ha tentato di trasportare telefoni e droga all’interno del Carcere di Secondigliano. La notizia resa nota dal vicesegretario comunica che l’operazione è stata condotta ieri nella tarda serata.
La polizia rende noto che il drone trasportava 5 telefoni, delle sim card e della droga. Il Segretario Generale SAPPE Donato Capece commenta: “Questo conferma tutte le ipotesi investigative circa l’ormai conclamato fenomeno di traffico illecito a mezzo droni, fenomeno questo favorito anche dalla libertà di movimento dei detenuti a seguito del regime custodiale aperto e delle criticità operative attuali, in cui opera la Polizia Penitenziaria, con dei livelli minimi di sicurezza. Si pensi, ad esempio, al grave evento critico di Frosinone, avvenuto tempo fa, ove fece ingresso in Istituto una pistola con le stesse modalità. Il compiacimento del SAPPE va al personale del Reparto di Polizia Penitenziario di Secondigliano”.
Dunque c’è anche da interrogarsi sull’utilizzo dei droni, che da una parte possono avvantaggiare e semplificare la vita, ma dall’altra parte potrebbero comportare enormi problemi di sicurezza e privacy.
Il SAPPE continua a denunciare: “È dal 2015 che abbiamo denunciato l’introduzione illecita di sostanze stupefacenti, e di oggetti comunque non consentiti, all’interno degli Istituti penitenziari, mediante appunto l’utilizzo dei droni. Pensiamo cosa potrebbe accadere se un drone riuscisse a trasportare esplosivo o armi dentro a un carcere, come per altro è successo alcuni mesi fa in quello di Frosinone quando un detenuto prese in ostaggio il personale di Polizia con una pistola giunta col drone… Io credo che la Polizia Penitenziaria debba disporre di un Nucleo di poliziotti penitenziari specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che dissuasiva dei fenomeni di violazione degli spazi penitenziari o di introduzione di materiale illecito di qualsiasi natura. Per altro i droni si prestano bene alla ricognizione delle aree vicine ad un carcere e possono fornire valido aiuto: pensiamo, ad esempio, in caso di evasione giacché consentono velocemente di rilevare e monitorare ampi spazi senza essere visti. Ovviamente al drone si devono accompagnare strumenti di ultima generazione, ad esempio software in grado di utilizzare i frame dei video mandati alle centrali operative e, soprattutto, una formazione specializzata per il personale.”