«Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono puntato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita». Sono le parole che Filippo Turetta aveva confessato giorni fa ai poliziotti tedeschi che lo hanno arrestato – su mandato di arresto europeo – per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Una confessione che oggi il 21enne, assistito dall’avvocato Giovanni Caruso, ha «sostanzialmente ripetuto» – rendendole quindi valide per la giustizia italiana – davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni.Ha reso dunque dichiarazioni spontanee e poi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dopo circa trenta minuti di interrogatorio ha pianto prima di tornare in cella, nel reparto infermeria dove al momento si trova. Turetta deve rispondere, stando all’ordinanza cautelare, di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata e di sequestro di persona.