“Dal responsabile regionale per la Campania delle carceri, Lucia Castellano, ci aspettiamo provvedimenti con
creti per la tutela della salvaguardia e della tutela di chi quotidianamente lavora nelle quindici strutture penitenziarie campane e non parole”. Arriva a stretto giro di posta la replica di Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, all’intervista rilasciata al quotidiano “Il Mattino” da Lucia Castellano, provveditore regionale per la Campania dell’Amministrazione Penitenziaria.
“Castellano sembra voler deliberatamente ignorare i problemi delle carceri campane. Deve spiegare in due anni che dirige il Prap cosa ha fatto per migliorare la sicurezza degli istituti e soprattutto la sicurezza dei poliziotti penitenziari. Tutto è fermo. Avellino, Salerno, Ariano Irpino, Carinola: in questi istituti le aggressioni verso la Polizia Penitenziaria e il caos gestione sono all’ordine del giorno. Per non parlare del valzer dei comandanti di Reparto, che vengono messi in mobilità senza nessun interpello così come i dirigenti della Polizia Penitenziaria comandati a fare i responsabili dei Nuclei traduzione senza nessuna trasparenza (vedi Secondigliano- S Maria C V ed altre sedi). Tutte denunce più volte segnalate dal SAPPE ma rimaste senza risposta. In Campania è tutto precario, ivi compresi gli istituti penitenziari critici che non hanno un dirigente della Polizia Penitenziari fisso”.
Capece rammenta i trascorsi in politica di Castellano (già assessore comunale a Milano e consigliere regionale in Lombardia) e rileva: “pensare che i problemi penitenziari si risolvano solo con teatro e lavoro è il classico pensiero filosofico di una sinistra che non fa i conti con la realtà. È tutto facile quando si è seduti su una comoda poltrona del PRAP mentre invece, nelle carceri, non ci sono quei detenuti di “straordinaria umanità” ma delinquenti incalliti e malati mentali, violenti ed aggressivi. Castellano ha un’idea del carcere irreale e fantasiosa: la verità è che le carceri, oltre ad essere centrali di spaccio di droga, sono veri e propri campi di battaglia ed in trincea ci vanno solo i poliziotti penitenziari”.
“La situazione in Campania, in cui sono detenute oggi oltre seimila persone – più di duemila solo a Poggioreale! – è sempre più critica – prosegue Capece – anche perché anche nelle scorse settimane altri agenti hanno subito aggressioni da parte della popolazione detenuta. Il personale è sempre meno, anche a seguito di questi eventi oramai all’ordine del giorno. Si conferma, dunque, un’estate di fuoco per il personale di Polizia Penitenziaria in servizio, anche perché non sono stati presi dal PRAP della Campania quei provvedimenti concreti e risolutivi più volte sollecitati dal SAPPE.
Il personale di Polizia Penitenziaria è allo stremo e, pur lavorando più di 10/12 ore al giorno, non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza. Fino a quando potrà reggere questa situazione? Ma quanto può resistere ancora il personale delle quindi carceri campane, in emergenza ormai ogni giorno? E quando si decideranno i nostri Uffici ministeriali a prendere provvedimenti”.
Capece torna infine a chiedere “l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.
E si chiede: “Ma il Capo dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo le sa queste cose o no? E se le sa, perché non assume provvedimenti e si ricorda di essere anche Capo della Polizia Penitenziaria?”.