“Leggo alcune dichiarazioni alla stampa della senatrice Ilaria Cucchi, secondo la quale sarebbe ‘grottesco’ il fatto che a dare notizia della morte delle due detenute suicide, una in particolare, sia stato ‘un sindacato degli agenti di Polizia Penitenziaria’, in particolare il SAPPe. Cucchi si chiede ‘perché e a quale titolo’. Secondo noi ‘grottesche’ sono proprio queste domande della Cucchi. Da sempre, il SAPPe sostiene che il carcere deve essere trasparente, una casa di vetro, perché tutti possano vedere quel che succede ‘dentro le mura’ per rendersi conto di quello che ogni giorno fanno le donne e gli uomini del Corpo.
E per permettere questo, il Sappe, per primo, rende noto a mezzo comunicati stampa, conferenze stampa, lettere aperte e ogni altro mezzo disponibile, tutto ciò che accade intra moenia.Il parlamentare in questione intende forse mettere un bavaglio al SAPPe ed impedire questo?”.
Se lo domanda Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria commentando un articolo a firma di Ilaria Cucchi comparso sul quotidiano La Stampa di Torino, all’indomani dei suicidi delle due detenute del carcere Lorusso Cutugno.
“Mi domando se la Cucchi voglia, in tal modo, che dal (e del) carcere parlino soltanto certa politica, i garanti dei detenuti, nessuno tocchi caino, antigone e associazionismo vario?
Insomma, ‘il pensiero unico’? O forse, molto più semplicemente, c’è un pregiudizio verso di noi? Se così fosse sappia, la senatrice Cucchi, che neppure noi abbiamo dimenticato”, prosegue. “Non abbiamo dimenticato, in particolare, quel che scrisse il PM di Roma nella richiesta di archiviazione al GIP di una querela presentata da noi contro di lei: ‘… la signora Cucchi travisò la situazione a causa della sua situazione personale, che la indusse a interpretare negativamente l’operato delle forze dell’ordine’ e, ancora: ‘una maggiore prudenza da parte della Cucchi nel formulare giudizi tranchant sull’agire della Polizia Penitenziaria, prima di rilasciare interviste esponendo come verità rivelata la propria interpretazione degli eventi, sarebbe stata cosa corretta e rispettosa dell’altrui sensibilità, atteso che la Polizia Penitenziaria, intervenuta su richiesta di un cittadino, si è vista accusare di comportamenti gravi e illeciti ingiustamente’.
Maggiore prudenza che anche in questo caso non abbiamo affatto riscontrato da parte sua”, conclude Capece, “ma, anzi, riteniamo di continuare a subire una particolare antipatia della senatrice Cucchi nei confronti del SAPPe e del Corpo di Polizia Penitenziaria più in generale. Ad ogni modo, vorremmo far notare alla signora Cucchi che un senatore non rappresenta tutto il popolo italiano (quello semmai è l’intero Parlamento) ma soltanto coloro che lo hanno votato. La invitiamo, quindi, a non perdere mai di vista che parla a nome dello zero virgola per cento degli italiani non di sessanta milioni di persone. Viceversa, per sua personale informazione, il SAPPe è una organizzazione sindacale – anch’essa di origine costituzionale – democraticamente sostenuta dal 27 (ventisette) per cento dei poliziotti penitenziari. Si parva licet componere magnis”.