Luca Abete, noto al pubblico come inviato di Striscia la Notizia, conduce inchieste televisive su temi di interesse pubblico, spesso toccando argomenti delicati come truffe, sicurezza e diritti dei cittadini. Tuttavia, non risulta iscritto all’Ordine dei Giornalisti, sollevando dubbi sulla sua legittimità nel condurre tali attività.
In Italia, la legge n. 69 del 1963 stabilisce che solo gli iscritti all’Albo possono esercitare la professione giornalistica. Chiunque operi senza iscrizione rischia di incorrere nel reato di esercizio abusivo della professione, come sancito dagli articoli 348 e 498 del codice penale. Nonostante ciò, Abete continua a svolgere il suo lavoro senza alcuna restrizione, apparendo su reti nazionali e occupandosi di inchieste tipicamente giornalistiche. La sua figura si colloca in un’area grigia tra informazione e intrattenimento, sfuggendo alle normative vigenti. Tuttavia, questo caso pone interrogativi più ampi: è corretto che un non iscritto all’Ordine possa condurre inchieste giornalistiche in prima serata su una rete nazionale? Perché alcuni professionisti vengono vincolati da regole rigide mentre altri possono aggirarle senza conseguenze?
Di fronte a questa evidente incongruenza, chiediamo spiegazioni all’Ordine Nazionale dei Giornalisti su come sia possibile tutto ciò.