Luigi Giuliano J., 52enne nipote dell’ex boss del clan camorristico di Forcella, Luigi Giuliano, è stato arrestato dai carabinieri a Reggio Emilia per un omicidio risalente al 9 luglio 1998. Il 52enne, omonimo dello storico capoclan napoletano, risiedeva da anni nel capoluogo emiliano e si è visto riconoscere dalla Corte di Assise di Napoli la sua colpevolezza per l’omicidio. La condanna, che ammonta a 16 anni di reclusione e tre anni di libertà vigilata, è stata confermata anche dalla Corte di Assise d’Appello di Napoli. La sentenza è divenuta definitiva il 7 gennaio scorso, quando la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dall’imputato.
Dopo la sentenza della Cassazione, l’ufficio esecuzioni penali della Procura di Napoli ha emesso l’ordine di carcerazione, che è stato prontamente trasmesso ai carabinieri della stazione di corso Cairoli per l’esecuzione. I militari, dopo aver ricevuto il provvedimento, si sono recati nell’abitazione del 52enne a Reggio Emilia, dove lo hanno rintracciato e condotto prima in caserma e poi in carcere.
L’arresto arriva dopo una serie di vicende criminali che hanno coinvolto Luigi Giuliano J. nel corso degli ultimi anni. A novembre 2020, infatti, il 52enne si era reso protagonista di una violenta aggressione in pieno giorno, in un negozio di via Fratelli Cervi, dove aveva colpito un uomo con otto coltellate davanti a numerosi testimoni. La lite, secondo quanto ricostruito, era scaturita da motivi di gelosia: la vittima era infatti il compagno di una donna che in passato aveva avuto una relazione con Giuliano J. Per questo episodio, il 52enne era stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione per lesioni aggravate.
Oltre a questi crimini, Luigi Giuliano J. è stato coinvolto anche in un episodio di minacce e diffamazione nei confronti del giornalista Pino Grazioli. Recentemente, il 52enne aveva minacciato di morte il giornalista e diffuso false informazioni a suo danno. Inoltre, era stato accusato di ricattare una donna, pubblicando delle sue foto intime sui social, un atto che ha ulteriormente aggravato la sua situazione legale.
Le autorità continuano a monitorare le sue attività, mentre l’arresto rappresenta un passo significativo nella lotta alla criminalità legata al clan di Forcella e alle sue ramificazioni.