Nuovi dettagli emergono sul caso di Marzia Capezzuti, la ragazza di 29 anni scomparsa a giugno di un anno fa da Pontecagnano.
Secondo gli investigatori, la ragazza sarebbe stata uccisa e il suo cadavere sarebbe stato occultato.
La giovane si sarebbe trasferita da Milano a Pontecagnano per andare a vivere a casa della sua fidanzato. Qui, stando alla dichiarazione di una testimone, sarebbe stata costretta a prostituirsi dalla famiglia del ragazzo, poi morto nel 2019.
A seguito della morte del suo compagno, la ragazza ha continuato a vivere con la famiglia di lui. Una convivenza che però sarebbe stata costellata da episodi di violenza e prostituzione. Questo è quanto emerge da alcune testimonianze che accusano la famiglia del fidanzato di Marzia di essere composta da persone poco affidabili e di trattare la ragazza da schiava.
Marzia era un soggetto psicologicamente fragile. Per questa sua patologia la 29enne percepiva una pensione.
Proprio sulla pensione resta da sciogliere uno dei nodi della vicenda.
Di Marzia infatti non si hanno notizie da più di un anno, ma la sua pensione risulta essere stata ritirata l’ultima volta nell’aprile del 2022, ovviamente non dalla ragazza.
La pensione risulta dunque essere stata ritirata fino alla notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di cinque persone.
Si tratterebbe della suocera, la cognata e il marito di quest’ultima assieme al loro figlio. Tra questi anche ci sarebbe titolare di un’autofficina sebbene abbia dichiarato di non aver mai conosciuto Marzia.
I cinque sono indagati per omicidio e occultamento di cadavere.
Secondo quanto dichiarato dai genitori della 29enne, Marzia confessò loro di essere incinta. Proprio i genitori della ragazza hanno dichiarato di aver scoperto della sua scomparsa solo una volta avviate le indagini dalla Procura di Salerno. Circostanza questa molto singolare.
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