È una storia di coraggio e resilienza quella di Pino Grazioli, giornalista noto per le sue inchieste scomode e dirette, che ha denunciato pubblicamente le minacce e intimidazioni subite dopo aver portato alla luce un caso delicato.
Intervistato dall’emittente Canale Otto, Grazioli ha ripercorso i momenti difficili che hanno seguito la pubblicazione di un’inchiesta nata da una segnalazione. Al centro della vicenda, una coppia impossibilitata ad avere figli, che si era affidata a un sedicente intermediario in grado – a suo dire – di “far avere bambini di colore in adozione”. Dopo un’attenta verifica, testimonianze raccolte e audio compromettenti, l’inchiesta si è rivelata una farsa, con elementi portati alla Procura e una denuncia formale nei confronti del soggetto coinvolto.
Da quel momento, la vita di Grazioli e della sua famiglia è cambiata drasticamente: minacce via social, video intimidatori girati davanti alla sua abitazione, visite indesiderate al negozio della figlia, e una campagna d’odio alimentata online.
«Abbiamo sporto ben 14 denunce, ci siamo rivolti ai Carabinieri, alla Polizia, alla vigilanza. Nonostante tutto, siamo sempre in allerta», racconta. «Ringrazio la Procura e i magistrati che stanno facendo un grande lavoro. Una delle persone coinvolte è stata arrestata 45 giorni fa».
“Con i social questa gente lavora per seminare odio. Ma noi lavoriamo per raccontare la verità”, conclude con fermezza.