Napoli piange la scomparsa di Roberto De Simone, una delle figure più influenti della cultura partenopea e nazionale. Il maestro, classe 1933, è morto nella serata di domenica 6 aprile 2025, all’età di 91 anni. La notizia è stata diffusa oggi, lunedì 7 aprile, e ha suscitato una grande commozione in città. De Simone si è spento nel suo appartamento nel palazzo De Gregorio di Sant’Elia, in via Foria, dove al suo fianco c’erano la sorella Giovanna e il nipote Alessandro.
In corso di allestimento i funerali, che, salvo modifiche, si terranno mercoledì 9 aprile. È possibile che il Comune di Napoli proclami il lutto cittadino in occasione delle esequie, per onorare uno dei suoi figli più illustri.
Roberto De Simone è stato una figura poliedrica, capace di abbracciare più campi della cultura: scrittore, musicista, compositore, regista teatrale, drammaturgo, musicologo ed etnomusicologo di fama internazionale. Era un appassionato studioso delle tradizioni popolari, con un particolare interesse per quelle della Campania, e ha dedicato la sua vita alla preservazione e alla diffusione del patrimonio culturale immateriale della sua terra.
Nel corso della sua carriera, De Simone ha ricoperto incarichi prestigiosi, tra cui quello di direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli (1981-1987) e Direttore del Conservatorio San Pietro a Majella (1995-2000). Inoltre, nel 1999 è stato nominato Accademico di Santa Cecilia, riconoscimento che ha consacrato la sua posizione di rilievo nel panorama culturale italiano.
Se il suo nome è indissolubilmente legato a Napoli e alla Campania, è grazie alla sua straordinaria capacità di recuperare e valorizzare la musica e il teatro popolare, che ha saputo reinterpretare con modernità e freschezza. Negli anni Sessanta, con l’incontro con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, De Simone diede vita a un nuovo movimento folk che ha avuto un impatto duraturo sulla musica tradizionale. Il suo impegno nel riscoprire e riproporre il patrimonio orale e scritto della sua terra ha permesso alla musica popolare campana di essere riconosciuta e apprezzata a livello internazionale.
Tra le sue numerose composizioni, sicuramente la più celebre e significativa è La Gatta Cenerentola, il suo capolavoro teatrale. Ispirata all’omonima fiaba contenuta nel “Lo Cunto de li Cunti” di Giambattista Basile, questa opera ha saputo mescolare elementi di melodramma, opera buffa e musical, portando in scena una Napoli popolana e vivace, abitata da figure leggendarie come munacielli e femmenielli, e personaggi in grado di incarnare le contraddizioni e le bellezze della tradizione campana. La Gatta Cenerentola è considerata una delle opere più importanti della musica italiana del Novecento, un esempio di come De Simone abbia saputo coniugare il folklore popolare con le forme più alte della musica colta.
Nel 2022, De Simone ha ricevuto il riconoscimento del vitalizio previsto dalla Legge Bacchelli, assegnato a quegli artisti che, pur avendo dato enormi contributi culturali, si trovano in difficoltà economiche. Questo riconoscimento, avvenuto su richiesta dell’allora Ministro della Cultura Dario Franceschini, ha dato a De Simone la possibilità di vivere in modo dignitoso dopo una vita di straordinari successi artistici.
Con la sua morte, Napoli perde un grande artista, ma il suo legato culturale resterà per sempre nella memoria collettiva. De Simone non è stato solo un musicista e un compositore, ma anche un intellettuale che ha saputo raccontare la sua terra attraverso la musica, il teatro e la parola. La sua passione per la tradizione popolare, la sua curiosità intellettuale e la sua straordinaria capacità di innovare continueranno a ispirare generazioni di artisti, musicisti e appassionati di cultura.
Napoli, che lo ha visto nascere e crescere, non lo dimenticherà mai, continuando a cantare e a suonare le sue melodie, mantenendo viva la sua eredità culturale.