Sono trascorsi ormai due anni dal giorno in cui è maturata l’idea di separarsi dal marito.
36 anni e un figlio di 3 anni da crescere, nonostante le vessazioni quotidiane. Nonostante le botte, gli insulti: di motivi ce ne sono molti. Riuscire ad esprimere al marito quella volontà è stata dura. Pensava potesse cambiare le cose. Pensava che allontanarsi fisicamente, terminare la convivenza potesse quantomeno alleggerirla, per ricominciare da se stessa e per se stessa.
E invece, a ricominciare sono state solo le angosce anche se la convivenza è terminata. Da due anni, vive nel terrore. Il marito approfitta di ogni incontro per passare dalle parole alle mani in pochi istanti.
Così, quella legittima voglia di dimenticare quel capitolo della propria vita si perde tra uno schiaffo e un malessere tatuato fin dentro le vene. Quella parola non si può pronunciare, è un tabù, un anatema. Tocca nascondere la polvere sotto al tappeto come se risolvesse tutto. E quando quella storia si accomoda, ospite indesiderata, al tavolo di una pizzeria dei Quartieri Spagnoli, la storia si ripete.
La donna è con la madre e il figlio, sta cenando. Il marito si apposta all’esterno e aspetta che escano per scagliarsi contro le due donne. Prende a pugni prima la moglie poi la suocera, le minaccia di sfregiarle con l’acido. In passato l’ha già fatto. Il figlio piange disperato, negli occhi lo smarrimento. Clienti e dipendenti del locale sono spaventati, qualcuno chiama il 112. L’aggressore è già lontano quando i carabinieri della stazione Quartieri Spagnoli arrivano sul posto.
Poco male. Le indagini partono immediatamente, vengono acquisite le immagini della pizzeria e quelle delle telecamere installate lungo il suo percorso si fuga. Il 38enne viene catturato poche ore dopo, arrestato in flagranza differita per maltrattamenti in famiglia. È ora in carcere, in attesa di giudizio. Per le due vittime, lesioni guaribili (quelle fisiche…) in 20 e 7 giorni.