Un’estorsione ben pianificata, un colpo che sembrava sicuro, ma che si è trasformato in una trappola perfetta orchestrata dai Carabinieri. È successo a Napoli, dove tre uomini sono stati arrestati per aver tentato un “cavallo di ritorno” davanti al carcere di Secondigliano.
La richiesta di riscatto e la denuncia fulminea
Tutto è iniziato quando un cittadino ha ricevuto una telefonata inquietante: “Porta mille euro davanti al carcere di Secondigliano e riavrai la tua auto. Vieni da solo.” Il problema? L’uomo non sapeva nemmeno che la sua auto fosse stata rubata. Convinto inizialmente di uno scherzo di cattivo gusto, ha poi realizzato la gravità della situazione e si è rivolto ai Carabinieri della stazione di Capodimonte per sporgere denuncia.
Mentre era in caserma, alle 15:00, è arrivata una seconda telefonata, ascoltata in vivavoce anche dai militari. Gli estorsori ribadivano l’appuntamento: alle 16:30, davanti al carcere, con i mille euro in contanti. Nessuna compagnia, nessun trucco.
L’indagine lampo e la trappola dei Carabinieri
Non c’era tempo da perdere. I Carabinieri si sono messi subito al lavoro per ricostruire il percorso del veicolo rubato. Analizzando le immagini delle telecamere, hanno scoperto che l’auto della vittima era stata seguita da un altro veicolo, la cui targa era ben visibile. Puntando su quest’ultima, i militari hanno rapidamente individuato i sospetti.
A quel punto, è scattata l’operazione: una squadra in borghese si è posizionata attorno al carcere di Secondigliano, mentre un secondo gruppo di Carabinieri è rimasto in un’area più defilata, pronto a intervenire.
Gli arresti e il recupero dell’auto
Non è stato necessario che la vittima si presentasse all’incontro. I tre malviventi erano già sul posto, fermi con l’auto davanti al carcere, in attesa dello scambio. Gli uomini dell’Arma sono entrati in azione e li hanno bloccati. Uno di loro aveva ancora in tasca il telefono con la SIM utilizzata per le chiamate estorsive.
Poco dopo, è stata ritrovata anche l’auto rubata, parcheggiata nelle vicinanze.
I tre arrestati sono Vincenzo Calzona, Christian Boncore e Giuseppe Russo. Ora dovranno rispondere di concorso in ricettazione e tentata estorsione. Dopo l’arresto, sono stati condotti in carcere e sono in attesa di giudizio.