Quest’anno il rosso di cui si tinge questa giornata collega nelle nostre menti l’uccisione di Giulia e la lotta ferrea affinché una cosa simile non avvenga più. Un filo rosso immaginario lega la morte alla speranza, l’esempio di Giulia, una ragazza di appena 22 anni a cui la vita è stata strappata si lega alle migliaia di vite di ragazze che stanno alzando la voce. Che fanno minuti di rumore. Che urlano “mai più”! Oggi ricorre appunto la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne ufficializzata dalle Nazioni Unite nel 1999. Questa data è stata scelta per commemorare la vita, l’attivismo e soprattutto il coraggio di 3 sorelle: Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabal. Durante gli anni ‘40 e ‘50, la Repubblica Dominicana era stretta nella morsa della dittatura del generale Rafael Trujilo. Le sorelle Mirabal decisero di impegnarsi nell’attivismo politico denunciando gli orrori e i crimini dalla dittatura. Ma il 25 novembre 1960 le tre sorelle vennero torturate e uccise dai sicari di Trujillo e i loro corpi gettati in un dirupo per simulare un incidente. L’indignazione per la loro morte, che nessuno credette accidentale, sollevò un moto di orrore sia in patria che all’estero, ponendo l’attenzione internazionale sul regime dominicano e sulla cultura machista che non tollerava di riconoscere alle donne l’occupazione di uno spazio pubblico e politico. Pochi mesi dopo il loro assassinio, Trujillo fu ucciso e il suo regime cadde. Dobbiamo ora noi nel 2023 riuscire a far cadere l’idea del possesso verso una persona, l’idea della prevaricazione, dell’umiliazione, della violenza, dell’assassinio.