In un duro comunicato, l’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) ha denunciato la grave situazione del carcere di Regina Coeli, a Roma, descrivendo un sistema ormai al collasso. Le accuse, indirizzate alla direzione dell’istituto, dipingono uno scenario di inefficienza, sovraffollamento e gravi carenze strutturali, che mettono in pericolo sia i detenuti che il personale penitenziario.
Secondo il comunicato dell’OSAPP, la popolazione detenuta ha raggiunto le 1.100 unità, ben oltre la capacità massima prevista, con conseguenti problemi di sicurezza e vivibilità. La chiusura di alcune sezioni per ristrutturazione ha ulteriormente aggravato la situazione, costringendo la direzione a riadattare spazi comuni come sale ricreative in aree detentive. A ciò si aggiunge un deficit di 90 unità nel personale di Polizia Penitenziaria rispetto alla dotazione prevista dal Ministero .
L’OSAPP evidenzia che gli agenti, già sotto pressione per il sovraccarico di lavoro, operano in un ambiente privo delle minime dotazioni di sicurezza. Mancano apparati radio funzionanti, vie di fuga adeguate e dispositivi di videosorveglianza operativi. Inoltre, i box degli agenti sono privi di servizi igienici, una condizione che viola le normative sulla sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08) .
Il sindacato punta il dito anche contro la gestione dei vertici, riportando dichiarazioni sconcertanti del Comandante durante una conferenza di servizio. Alla richiesta di rassicurazioni da parte degli agenti, il dirigente avrebbe risposto: “Siete pagati per spalare la melma”. Una frase che l’OSAPP definisce umiliante e indicativa di una leadership incapace di sostenere il personale.
L’OSAPP chiede un intervento urgente per affrontare le criticità di Regina Coeli, a partire dal ripristino delle dotazioni di sicurezza e da un avvicendamento ai vertici dell’istituto. Secondo il sindacato, la situazione attuale non è solo insostenibile, ma rappresenta un pericolo concreto per l’intero sistema penitenziario.
Con questa denuncia, l’OSAPP punta a sollecitare il Ministero della Giustizia affinché agisca con decisione, restituendo dignità e condizioni di lavoro adeguate a chi garantisce la sicurezza degli istituti.