Il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, riporta l’odierno “bollettino di guerra” riguardante gli avvenimenti accaduti nella Casa circondariale: “Questa mattina, un detenuto di origine maghrebina, detenuto nel Reparto Isolamento, è riuscito a sfuggire ai controlli e a fuggire dal Reparto. Successivamente, è stato protagonista di una violenta protesta priva di valide motivazioni. Poco dopo, un altro detenuto di origini baresi, appena tornato da una visita ospedaliera, si è fermato in infermeria e, impugnando il manico di una scopa, ha cercato di aggredire gli operatori sanitari, mettendo in ginocchio il medico di turno sotto la minaccia di bastonate.
Nel primo pomeriggio, infine, un terzo detenuto di origini campane ha minacciato con un estintore gli Agenti di Polizia Penitenziaria: successivamente, ha scaricato la schiuma dell’estintore sul viso dell’ispettore di Sorveglianza Generale e di altro personale intervenuto in soccorso. Il personale ferito è stato immediatamente trasportato al pronto soccorso per le dovute cure. Gli eventi critici presso il carcere irpino oramai si susseguono a ripetizione. Quando finirà? La popolazione detenuta si muove con il chiaro intento di creare disordini e caos. Ripetiamo servono interventi seri ed urgenti”.
Il SAPPE, spiega Capece, torna a sollecitare provvedimenti straordinari a supporto del personale della Casa circondariale: “Il DAP raccolga i reiterati appelli del SAPPE ad incrementare l’organico del carcere per meglio organizzare l’operatività del personale. Si dia concretamente da fare per predisporre ogni utile intervento a tutela dei poliziotti e degli altri operatori penitenziari. La richiesta di inviare a Avellino personale del GOM va in questa direzione”.
Capece rammenta infine l’inqualificabile episodio avvenuto nel corso dell’ultima manifestazione del SAPPE che si era tenuta davanti al carcere irpino, lo scorso 7 febbraio: “Era successa una cosa mai vista in oltre trent’anni di attività sindacali e centinaia di manifestazioni in tutta Italia. Nonostante il nostro sit-in fosse stato annunciato per tempo e regolarmente autorizzato dalla Questura, durante il sit-in fummo raggiunti da un Assistente della Polizia di Stato che mi ha chiesto i documenti mentre parlavo al megafono. Mai successo prima. Ma ci rendiamo conto? Nonostante tutte le garanzie che la Carta costituzionale prevede sul diritto di manifestare, noi, che rappresentiamo in piazza i problemi di chi lavora 24 ore al giorno in mezzo ai delinquenti ed ai criminali, in una manifestazione preventivamente autorizzata, fummo intimiditi in questa maniera.
I crimini che avvengono in carcere ad Avellino quasi ogni giorno dimostrano che avevamo ed abbiamo ragione a protestare, eccome!, nonostante qualcuno aveva pensato di intimidirci mentre chiedevamo ordine e sicurezza in carcere”. Attiva le notifiche sul sito web per rimanere sempre aggiornato. Per seguire le nostre dirette visita la Pagina Facebook Pino Grazioli News.