Si era presentata nella Casa Circondariale di Lucca per sostenere il colloquio con il figlio detenuto e, pensando di non essere notata, aveva ceduto al giovane della sostanza stupefacente.
Ma l’incauta cessione non è sfuggita agli attenti controlli della Polizia Penitenziaria. Rinvenuta droga con la perquisizione del detenuto.
La vicenda è avvenuta sabato nella struttura detentiva di via San Giorgio e a darne notizia è il sindacato autonomo polizia penitenziaria SAPPE. Francesco Oliviero, segretario regionale per la Toscana del SAPPE, ricostruisce l’evento:
“Sabato mattina, al termine del colloquio, a un detenuto italiano durante le operazioni di perquisizioni, è stato trovato sulla sua persona un pezzo di hashish di circa 25 grammi.
La sostanza stupefacente era stata ceduta al ristretto dalla madre, una donna di 49 anni che è stata arrestata dal personale di Polizia Penitenziaria per spaccio di stupefacenti nella casa circondariale di Lucca. I Baschi Azzurri hanno operato il sequestro della sostanza e condotto la donna agli arresti domiciliari.
A tutto il personale della Casa Circondariale di Lucca va il plauso della Segreteria Regionale del Sappe che, nonostante le innumerevoli problematiche, svolge da sempre il proprio lavoro con professionalità ed abnegazione”.
Apprezzamento per la professionalità dimostrata dai poliziotti penitenziari del carcere arriva anche dal segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Donato Capece, che afferma:
“Il SAPPE esprime il proprio compiacimento ai colleghi del carcere di Lucca che, ancora una volta, si sono confermati garanzia di legalità all’interno del circuito penitenziario, nella giusta esecuzione del proprio mandato istituzionale, a riprova della professionalità e dello scrupolo operativo delle donne ed uomini della polizia penitenziaria.
Anche se non è noto a tutti, nelle carceri del Paese la polizia penitenziaria combatte ogni giorno una battaglia per stroncare la diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori.
È del tutto evidente che l’elevato numero di tossicodipendenti in carcere richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business. E quindi è fondamentale l’opera condotta dalle donne e dagli uomini appartenenti al corpo di polizia penitenziaria “.
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