L’Associazione “Terra Promessa” che gestisce una chiesa protestante all’interno del Rione Traiano, a Napoli, è sotto attacco. Enza Terracciano, che gestisce l’associazione, ha contattato Pino Grazioli per dare massima risonanza mediatica a quanto sta accadendo.
In due, molto giovani, a bordo uno scooter Piaggio Liberty di colore nero hanno esploso dei colpi di pistola all’esterno della chiesa martedì sera. Non contenti evidentemente, sono stati trovati colpi anche sull’auto. Il messaggio all’Associazione è chiaro: Andatevene.
Ma il messaggio è andato a vuoto e ha prodotto una denuncia alla Polizia di Stato e alla Procura della Repubblica di Napoli. Ma questa associazione non va lasciata sola. L’associazione distribuisce insieme alla Caritas pasti gratis a 150 famiglie, organizzano dei campus per i bimbi, il doposcuola, giochi per i più piccoli e prestano assistenza agli anziani. Insomma, danno una speranza in un rione dove non esiste.
Si sono presentati martedì sera a bordo di uno scooter, un Piaggio Liberty di colore nero, e hanno esploso dei colpi di pistola all’esterno della chiesa protestante del Rione Traiano. Non volevano ferire nessuno, soltanto mettere paura e dare un chiaro segnale a chi gestisce la parrocchia e l’associazione “Terra promessa”: dovete andarvene da qui.
Erano due ragazzini, sicuramente minorenni, così hanno tentato di intimidire i responsabili dell’associazione. La loro colpa? Da tre anni le mamme del quartiere hanno ripulito ciò che era nei fatti una piazza di spaccio e, su quel suolo, hanno messo in piedi un’associazione che distribuisce insieme alla Caritas pasti gratis a 150 famiglie, organizzano dei campus per i bimbi, il doposcuola, giochi per i più piccoli e prestano assistenza agli anziani.
«Sono anni – racconta al Mattino Enza Terracciano che gestisce l’associazione “Terra promessa” – che subiamo qualche dispetto. Ci rubavano il tosaerba e poi ce lo riportavano, venivano a prendersi il cibo che noi distribuiamo alle famiglie povere del quartiere, ma mai si sono spinti fino a questo punto. Stavolta sono arrivati con le pistole, ma prima hanno sfondato a calci uno dei muri dell’associazione. Non credo sia una bravata di ragazzini».
«Sull’auto di mio marito – racconta Enza – che è pure il pastore della chiesetta che abbiamo allestito in questo spazio al Rione Traiano, abbiamo trovato dei danneggiamenti da spari di pistola. A quel punto siamo andati a denunciare tutto. Ci hanno spiegato che non si tratta probabilmente di pistole vere, ma ad aria compressa. Credo però che il messaggio che si voglia far passare è che dobbiamo andarcene via».
«Ci mettemmo d’impegno in tanti – racconta la donna – per trovare un posto dove tenere al riparo i bambini del quartiere, con il tempo abbiamo messo delle giostrine, organizziamo delle iniziative di solidarietà. Questo è un posto complesso, al posto di una piazza di spaccio ora c’è un’idea di comunità».
Oltra alla Camorra, l’associazione però ha anche problemi con il Comune di Napoli. La chiesa è sorta abusivamente, ma l’associazione ha provato a regolarizzare la sua posizione con il comune attraverso i suoi legali, ma i tentativi sono andati tutti a vuoto.
«La polizia municipale ci ha detto – spiega Enza – che vuole sfrattarci nei prossimi giorni. Eppure è evidente che da parte nostra non ci sia nessun intento di fare abusivismo edilizio dal momento che non abbiamo né abbiamo mai chiesto gli allacci alla luce e all’acqua. Per la luce utilizziamo dei generatori mentre per l’acqua utilizziamo una piccola cisterna. Negli anni scorsi avevamo un dialogo proficuo con il vicesindaco Mia Filippone, che purtroppo è deceduta. Ora ho mandato delle mail ad alcuni assessori e alla stessa segreteria del sindaco Manfredi. Hanno detto che ci incontreranno».
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