Durante la notte i Carabinieri del Comando Provinciale hanno eseguito il decreto di fermo nei confronti dell’indagato accusato del femminicidio di Sara Campanella, una giovane ragazza di 22 anni di Messina che ha perso tragicamente la vita ieri 31 marzo.
I particolari sulle indagini verranno rese note durante una conferenza stampa che si terrà questa mattina, alle ore 11.00, al Palazzo di Giustizia di Messina. Attualmente non sono noti i dettagli sull’identità dell’indagato.
Sara Campanella è stata tragicamente privata della vita in strada a Messina, davanti all’ingresso laterale dello stadio Giovanni Celeste. Il responsabile sarebbe un collega di università con cui la giovane avrebbe avuto una relazione. Dopo una vera e propria caccia all’uomo, il ragazzo è stato arrestato dai militari.
Dopo l’aggressione, Campanella è stata subito soccorsa e trasportata da un’ambulanza del 118 all’ospedale Policlinico, ma i medici non hanno potuto salvarla a causa del troppo sangue perso dalla ragazza. Dopo l’ennesimo femminicidio, per le strade di Messina si è scatenata immediatamente la caccia all’uomo.
I militari hanno prontamente avvertito la famiglia della vittima, originaria di Palermo, che si è subito messa in viaggio per raggiungere Messina.
Gli investigatori hanno visionate le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e del Policlinico nel tentativo di ricostruire l’intera vicenda. Hanno effettuato dei controlli anche sul cellulare della vittima, nella speranza di trovare indizi utili che potessero ricondurre al responsabile.
Sara Campanella, originaria di Misilmeni (PA), frequentava il terzo anno della facoltà di Tecniche di laboratorio Biomedico dell’Università di Messina, dove svolgeva anche il tirocinio all’ospedale Policlinico, dov’è stata portata dopo l’aggressione, ormai in fin di vita.
Stando alle prime ricostruzioni, la ragazza sarebbe uscita dal nosocomio nel pomeriggio di ieri per poi incamminarsi sul viale Gazzi e raggiungere la fermata degli autobus. Il colpevole del suo decesso l’avrebbe seguita a bordo di un’auto, per poi fermarsi e raggiungere la ragazza. I due avrebbero avuto una breve discussione a seguito della quale il ragazzo l’avrebbe aggredita con un’arma per poi darsi alla fuga.