A Firenze, il mistero continua a intensificarsi intorno alla scomparsa di Kata, avvenuta nella sede dell’ex hotel Astor, situato in via Maragliano e occupato abusivamente dallo scorso settembre. Dopo il rapimento, avvenuto il 17 giugno, l’edificio è stato sgomberato e sottoposto a sequestro. Le autorità hanno condotto un’ispezione meticolosa, esaminando ogni centimetro dell’edificio: intercapedini, fosse biologiche e controsoffitti sono stati analizzati con strumenti ad alta tecnologia. Si sperava di trovare Kata, o forse il suo corpo, oppure anche una piccola traccia che potesse aiutare nelle indagini. Sono state effettuate anche perquisizioni massicce nel condominio adiacente, in via Boccherini 34. Tuttavia, non è emerso nulla di significativo, e nemmeno le telecamere di sorveglianza hanno fornito indizi utili, rendendo il mistero ancora più fitto.
Le indagini sulla scomparsa di Kata procedono alla ricerca di ulteriori elementi che possano completare il puzzle. Uno degli aspetti al centro dell’attenzione è la sede dell’ex hotel Astor, dove è avvenuta la presunta rapina, e si cerca di capire come i rapinatori siano riusciti a prelevare la bambina senza lasciare tracce evidenti.
Su mandato del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e del pubblico ministero Christine Von Borries, sono state eseguite perquisizioni nella mattinata di ieri presso i locali di un’azienda adiacente al cortile dell’ex albergo, così come in alcuni garage. Anche la squadra scientifica ha partecipato alle operazioni. Gli esiti delle prime verifiche sono stati mantenuti sotto massimo riserbo.
La ditta in questione è di proprietà di due fratelli italiani che, tuttavia, non sono indagati ma considerati soggetti terzi. Durante le perquisizioni, sono state controllate anche le auto di proprietà dei fratelli. Inoltre, sono stati condotti controlli su un uomo di origine peruviana, anch’egli considerato un terzo e non indagato.
Gli inquirenti hanno utilizzato il luminol, una sostanza chimica che evidenzia eventuali tracce di sangue, per cercare indizi utili alle indagini e per ricostruire le possibili vie di fuga. Si ritiene che la bambina possa essere stata nascosta in precedenza in uno dei box o garage e successivamente portata via. Anche una vicina cabina dell’Enel è stata oggetto di controllo.
Il mistero più grande che rimane da risolvere riguarda la via di fuga dei rapitori. Come sono riusciti a passare senza essere visti da nessuna telecamera? Questa è una delle domande chiave che gli investigatori cercano di risolvere nell’ambito delle indagini in corso. Secondo la testimonianza di una bambina di tre anni, Kata sarebbe stata trascinata via piangendo nel cortile da uno sconosciuto. Dopo un’attenta analisi delle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza, è emerso che da una telecamera che si affaccia su via Monteverdi si sentono rumori concitati, come se delle persone scappassero in fretta, accompagnati dal suono di un furgoncino che si allontana. Gli inquirenti hanno effettuato sopralluoghi sul posto al fine di verificare la corrispondenza tra le testimonianze e gli elementi raccolti. L’obiettivo era verificare se eventuali rapitori avessero attraversato quella zona. Tuttavia, secondo una fonte qualificata, confermata dal Tirreno, non sono state trovate prove rilevanti durante tali ispezioni.
Ieri i genitori di Kata si sono presentati spontaneamente presso il comando provinciale dei carabinieri in Borgo Ognissanti. Hanno trascorso l’intera giornata lì, dalle 9:30 alle 18:00, quasi otto ore, con una breve pausa per il pranzo. Su consiglio dei loro avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, insieme al comandante Luciano Garofano, ex capo del Ris, hanno ricostruito in dettaglio le ultime ore della bambina all’Astor. I loro avvocati affermano che hanno ampliato le informazioni rispetto ai precedenti incontri con gli inquirenti e gli investigatori.
La madre ha lasciato la casa la mattina del 10 giugno intorno alle 7:30 per andare al lavoro, affidando Kata e il fratello maggiore allo zio Abel. Alle 15:01, una telecamera riprende la piccola che rientra da sola nell’hotel attraverso il cancello pedonale di via Boccherini, dopo essere uscita qualche secondo prima insieme a un gruppetto di altri bambini. Alle 15:12, viene registrato il suo movimento mentre sale e poi scende le scale esterne dell’edificio. La madre, rientrando a casa verso le 15:45, si accorge solo un’ora dopo, al ritorno dell’altro figlio, che Kata non è con lui. I carabinieri vengono chiamati alle 18:41 e la denuncia di scomparsa viene formalizzata intorno alle 20 presso la stazione dei carabinieri di Santa Maria Novella. La ricerca di indizi è concentrata su quei momenti, nella speranza di trovare anche il più piccolo dettaglio che possa fare luce su questo mistero.
Nei giorni precedenti sono stati prelevati i campioni biologici di tutti gli occupanti dell’Astor, inclusa la famiglia e Kata stessa. Il genetista Ugo Ricci, dell’Unità Operativa di Genetica Forense di Careggi, è stato incaricato di analizzare il DNA. Lo stesso genetista che si è occupato dell’omicidio della psichiatra Barbara Capovani a Pisa e dei resti umani rinvenuti in quattro valigie abbandonate nella periferia di Firenze nel dicembre 2020. Le telecamere dell’area circostante, tra via Maragliano, via Boccherini e via Monteverdi, sono state attentamente esaminate e tutte le persone presenti durante il periodo della scomparsa sono state identificate e monitorate. Gli investigatori sperano di trovare indizi cruciali che possano aiutare a risolvere questo enigma.
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