Andrea Leombruni, il 56enne responsabile del colpo di fucile che ha causato la morte dell’orsa Amarena, ha difeso le sue azioni in un audio registrato con uno smartphone. Attualmente è sotto sorveglianza a causa delle minacce di morte che gli sono giunte da diverse parti d’Italia. «Io sono stato aggredito. Punto! Ho sentito dei rumori. Sono sceso sulla mia tenuta, perché pensavo fossero i ladri. Ho avuto paura e ho sparato»
Nel suo racconto ai carabinieri, ha spiegato di aver sparato per paura dopo aver udito dei rumori nella sua proprietà. Credeva inizialmente che si trattasse di ladri e quindi si è recato alla sua tenuta armato. Quando ha udito i suoi cani abbaiare, ha temuto che fossero i ladri e ha preso il fucile. Si è poi trovato di fronte all’orsa, che ha descritto come minacciosa con le zampe sollevate. Afferma che il colpo è partito involontariamente a causa della paura e ha continuato a ripetere che il suo intento era solo difendersi, non uccidere l’orsa.
Inoltre, emerge un dettaglio interessante: poco prima dell’incidente, un conoscente in auto si sarebbe fermato davanti al cancello per avvertire della presenza dell’orso nella zona. Le minacce e le pressioni che Leombruni ha subito hanno portato all’implementazione di un servizio di vigilanza rafforzato intorno alla sua abitazione nelle prime fasi dell’indagine.