L’operazione, come comunicato dalle Fiamme Gialle, segna l’epilogo di una lunga indagine condotta dal Gruppo Investigativo Crimine Organizzato (GICO) di Bari, che ha portato alla luce le attività del clan mafioso Misceo. Questo clan è stato riconosciuto dalla giustizia con la sentenza definitiva dell’operazione ‘Ampio Spettro’, nonché dalla sentenza emessa dal giudice per le udienze preliminari nel settembre 2023.
Per ricostruire le dinamiche del clan, gli investigatori hanno utilizzato diverse tecniche investigative, tra cui intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre a testimonianze di collaboratori di giustizia ritenuti credibili. Fondamentale è stato anche il monitoraggio delle aree di interesse tramite telecamere, servizi di osservazione e pedinamento, nonché l’esecuzione di arresti e il sequestro di sostanze stupefacenti, che hanno confermato quanto emerso dalle intercettazioni.
L’indagine ha permesso agli inquirenti di identificare la base operativa del clan Misceo, situata a Noicattaro, in Puglia, da dove venivano gestiti traffici illeciti, tra cui la produzione e lo smercio di stupefacenti, armi e la perpetrazione di un crimine letale. Le attività illecite si sarebbero poi estese ad altre località come Bari, Fasano, Gioia del Colle, Triggiano e Capurso.
Il clan, secondo le indagini, gestiva una fitta rete di “punti vendita” di stupefacenti, attivi 24 ore su 24, e utilizzava un linguaggio in codice per gli ordini.
Il centro nevralgico del clan, secondo le indagini, si trovava nel carcere di Secondigliano, a Napoli, dove il boss, pur detenuto, sarebbe riuscito a mantenere saldi i contatti con l’organizzazione. Attraverso l’utilizzo di telefoni cellulari introdotti illegalmente, l’uomo avrebbe gestito il traffico di stupefacenti e diretto le operazioni illecite, dimostrando una notevole capacità di comando, anche da dietro le sbarre.
L’operazione ha portato all’esecuzione di 22 ordinanze di custodia cautelare, con 69 indagati e 67 capi d’imputazione contestati. Le accuse vanno dall’associazione mafiosa a 18 indagati, al traffico di stupefacenti (per due associazioni distinte, una con 31 indagati e l’altra con 14), perpetrazione di crimine letale (di cui uno duplice) a 13 indagati, oltre a numerosi reati legati agli stupefacenti e alle armi.
Inoltre, sono emersi 9 casi di accesso indebito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti, a carico di 11 indagati, e 2 casi di trasferimento fraudolento di valori. Un indagato è stato anche accusato di resistenza a pubblico ufficiale.
Secondo le accuse, l’organizzazione mafiosa non solo gestiva traffici illeciti, ma aveva anche una struttura economica molto organizzata. La “cassa comune” e una vera e propria “contabilità d’impresa” sono state rinvenute dagli inquirenti, che hanno anche scoperto una rilevante disponibilità di mezzi finanziari, strumentali e di armi.
Nei confronti di dieci persone, ritenute gravemente indiziate di traffico e detenzione di stupefacenti, è stata avanzata richiesta di ordinanza cautelare personale, con il gip che deciderà dopo gli interrogatori preventivi.
L’operazione rappresenta un altro duro colpo alla criminalità organizzata in Puglia e Campania, e conferma il costante impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro i traffici illeciti e la criminalità mafiosa che minaccia la sicurezza e il benessere della comunità.