Un’organizzazione criminale tra Ercolano e vari comuni del Napoletano è stata smantellata dai Carabinieri, con un blitz eseguito la mattina del 31 marzo. I componenti della banda, che operavano nel traffico di stupefacenti, avevano messo in atto un sistema ben congegnato per evitare di essere intercettati dalle forze dell’ordine, utilizzando un linguaggio in codice. Un metodo che, seppur già noto nelle indagini, ha mostrato particolari innovativi e creativi, come l’uso di termini apparentemente innocui per indicare le sostanze stupefacenti e le transazioni legate alla sua distribuzione.
Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno iniziato a unire i pezzi del puzzle, riuscendo a ricostruire l’intera organizzazione e il modus operandi della banda. Questo ha portato all’esecuzione di un’ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della DDA, nei confronti di 13 indagati, tra cui diversi membri legati al clan Ascione-Papale.
Per eludere i controlli, gli indagati avevano adottato un linguaggio in codice per riferirsi alle sostanze. Secondo gli inquirenti, il termine “giacca” veniva usato per indicare lo stupefacente, mentre “scarpe”, “pizze”, “panino”, “vino”, “ricariche” e “sigarette” erano utilizzati come metafore per differenti quantità e tipologie di suddette sostanze. Il rifornimento delle piazze di spaccio veniva invece indicato con il termine “motorino” e, per segnalare la carenza di merce, veniva utilizzato l’espressione “rimasti a piedi”, a significare che la scorta era finita. Inoltre, per stabilire la quantità richiesta, gli indagati facevano riferimento al numero di persone che necessitavano del “passaggio”, un espediente che, apparentemente innocente, nascondeva in realtà la richiesta di stupefacenti.
Le indagini, iniziate nel novembre 2021, erano partite dall’arresto di uno degli indagati in flagranza di reato, con il sequestro di quasi sei chili di sostanze. L’uomo, privo di precedenti penali, era stato identificato come un semplice custode, che la nascondeva per conto di Raffaele Bifolco, un altro degli arrestati nel blitz di oggi. Bifolco, secondo gli inquirenti, era collegato al clan Ascione-Papale, e il suo legame con il gruppo criminale si è consolidato durante le intercettazioni telefoniche e nei colloqui in carcere.
A partire da questa base investigativa, sono emersi ulteriori legami con altri membri del clan, tra cui Mario Cozzolino, Carlo De Maio e Olivero Salvatore. Tutti e tre, con precedenti di polizia e contatti con personaggi di spicco degli Ascione-Papale, sono stati arrestati. A Cozzolino, invece, è stato imposto il divieto di dimora nella provincia di Napoli.
L’operazione dei carabinieri ha permesso di interrompere un’importante rete di traffico di sostanze stupefacenti e di arrestare numerosi membri del gruppo, che ora si trovano in custodia cautelare. Il blitz del 31 marzo, che ha visto l’esecuzione di 13 ordinanze, segna un nuovo successo delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità organizzata e al traffico di stupefacenti, con l’ulteriore smantellamento di una parte del clan Ascione-Papale che da anni opera nell’area del Napoletano.
Il risultato dell’indagine, che ha visto un uso ingegnoso di codici e linguaggi criptati, testimonia ancora una volta la determinazione delle forze dell’ordine nel perseguire e smantellare le organizzazioni criminali, nonostante gli sforzi degli stessi nel cercare di operare nell’ombra.