Dopo 17 lunghi anni il caso della strage di Erba torna in aula. Oggi, 1° marzo, ci sarà la prima udienza per l’istanza di revisione. Un nuovo capitolo giudiziario che riapre le pagine di una tragedia che ha sconvolto l’Italia. Olindo e Rosa, vicini di casa delle vittime, sono stati identificati come i responsabili delle morti al termine di un’intensa e controversa inchiesta.
I coniugi hanno inviato una lettera al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci a due giorni dalla decisione della Corte d’appello di Brescia di accogliere la loro istanza di revisione del processo. La lettera è firmata da tutti e due ma a redigerla, con qualche errore di grammatica, è stato Olindo: “Caro direttore, sono 17 anni che non abbiamo diritto di parola che nessuno ascolta quello che noi diciamo ad alta voce dal 10.1.2007 quando abbiamo ritrattato le nostre false confessioni“. Per la maggior parte dei giornalisti siamo dei mostri e basta.. Non importa se per convincere l’opinione pubblica sono state diffuse bugie di ogni tipo. L’ultima notizia FALSA -scrive Olindo in maiuscolo – è uscita due giorni fa e si riferisce alle sue impronte digitali che sarebbero state rinvenute sul quadro elettrico di casa Castagna, una circostanza smentita dagli atti”. Provate a mettervi al nostro posto, due persone semplici che all’improvviso vengono prima indicate come colpevoli e poi portate in carcere. Soli e spaventati, chiusi in cella per due giorni, senza capire cosa stava succedendo. Poi all’improvviso, arrivano quei due carabinieri che con la scusa di prendere di nuovo le impronte digitali mi hanno fatto una testa così, dicendo che era meglio confessare perché avremmo avuto un forte sconto di pena, come succede ai pentiti di mafia. Avrei tanto da dire signor direttore, intanto la ringrazio per l’attenzione e le chiedo solo una cosa, di riferire che noi Olindo e Rosa siamo innocenti, che continuiamo ad avere fiducia nella giustizia e che non passa giorno che non pensiamo a quelle povere vittime di una strage che è ancora senza colpevoli”.