Thaisa Bestetti, 43enne brasiliana italo-discendente, dal 3 gennaio tornerà in Italia. È lei stessa che racconta la sua storia e il suo obiettivo: “Sono cresciuta da sempre con la storia dell’emigrazione della mia famiglia in Brasile e mi sono sempre interessata all’argomento. Sempre curiosa, durante un periodo in cui ero in Spagna ho deciso di cercare la famiglia italiana con cui avevo perso i contatti”. I bisnonni di Thaisa erano lombardi e arrivarono nel paese sudamericano in cerca di fortuna nel 1891 dopo una lunga e non facile traversata. Erano su due navi diverse, salpate a una settimana di distanza l’una dall’altra.
Il Brasile li accolse e li fece conoscere e innamorare diventando la culla della nuova famiglia. Ma non dimenticarono l’Italia, tanto più quando, durante la seconda guerra mondiale il loro figlio Arlindo, tenente dell’esercito brasiliano, fu poi inviato con la Feb ForçaExpedicionária Brasileira a liberare l’Italia dal fascismo con l’esercito alleato. Al termine del conflitto, decise di andare a cercare la famiglia di suo padre, scrivendo un diario di guerra da cui fu poi tratto un libro/ricordo per la famiglia e spedendo varie cartoline che descrivevano la storia del nostro paese in quegli anni. Oggi la nipote Thaisa, che è nata a Jundiaí nello Stato di San Paolo, una città con oltre il 75% della popolazione discendente da immigrati italiani e lavora nel mondo dello sport in un’agenzia di marketing con la Fondazione Real Madrid, ripercorre quelle tappe.
“È il primo evento che il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana realizzerà nell’anno del turismo delle radici – annuncia Paolo Masini, presidente della Fondazione Mei -. Un viaggio emozionante che, più di altri, disegna un’umanità che travalica i confini spazio-temporali riportando alla luce anche un aspetto della guerra di liberazione poco conosciuto attraverso una documentazione unica. Siamo felici di inaugurare questo importante anno con Thaisa e la storia della sua famiglia. Sarà un nuovo importante tassello di quella grande narrazione popolare e collettiva dell’Italia migrante che come Mei stiamo costruendo”.