La storia
Dopo l’omicidio, secondo i magistrati, la donna eredita gli affari del marito. E, si legge nell’ordinanza del gip Luca Della Ragione, «tra tutti gli altri asset, va indicata anche la luminosa carriera del cantante neomelodico». Colombo si ritrova «fidelizzato al clan con un mutuo così oneroso da non poter essere restituito e quindi legato sempre più da un vincolo anche personale alla Rispoli». La relazione comincia nel 2015. Nel 2019 il matrimonio. In mezzo tanti affari. Come l’abbigliamento con marca Corleone. Che Colombo deposita e di cui Di Lauro è socio occulto. «Vincenzo voleva fare una società con Tina Rispoli eventualmente sfruttando la visibilità mediatica di Tony, per un marchio di abbigliamento a nome Corleone», confermano i collaboratori di giustizia.
Poi arrivano le sigarette. La camorra mette su un commercio attraverso fabbriche clandestine affidate a manodopera bulgara. Tony Colombo trova un capannone in provincia di Roma. Uno di questi, ad Acerra, viene anche finanziato dalla coppia con 35 mila euro. Ma a dicembre 2018 arriva la Guardia di Finanza e sequestra 18 tonnellate di tabacco. Ma c’è di più. I carabinieri del Ros ipotizzano che la casa discografica di Tony Colombo venisse utilizzata da Di Lauro per «incontri riservati con esponenti di vertice» di altri clan. In un’intercettazione del 2018, Raffaele Rispoli racconta che «Enzuccio si doveva incontrare con il figlio di Valentino Gionta», storico padrino di Torre Annunziata, proprio negli studi del cantante. Alla vista di un’auto in borghese delle forze dell’ordine, Di Lauro e Gionta erano riusciti a scappare «attraverso gli uffici».
In realtà, in quella data i figli di Gionta erano detenuti. «Probabilmente si trattava di un nipote», argomentano i Ros. Un’amica di Raffaele Rispoli definisce Tina «una donna che comanda gli uomini, comanda i fratelli ed è stata capace di raddoppiare i suoi investimenti». Nelle intercettazioni, Tina non usa mezzi termini quando reclama la restituzione di un prestito. Dopo un pagamento, la coppia Rispoli- Colombo deride il creditore: «Bello, tutto bene. Li abbiamo cambiati e me li sono mangiati pure».