A cura di Angelita Ciccone
La morte di Gianluca Di Gioia, sub romano di 48 anni, attaccato da uno squalo a Marsa Alam, ha sollevato accuse di disorganizzazione nei soccorsi. Due turisti, un tedesco e una polacca, presenti al momento della tragedia, hanno denunciato con video e testimonianze che Di Gioia si trovava all’interno delle boe che delimitano le acque sicure.
Secondo i testimoni, i bagnini non sono intervenuti tempestivamente, e dopo l’attacco nessun medico ha provato a salvare la vittima, morta sotto gli occhi dei presenti. “Era ancora vivo, ma nessuno agiva”, hanno dichiarato. Inoltre, il personale non aveva le chiavi delle imbarcazioni per soccorrere rapidamente l’uomo.
Le autorità locali hanno sostenuto che Di Gioia fosse in un’area vietata, ma i video sembrano smentire questa versione. I familiari chiedono ora chiarezza e giustizia, mentre cresce la polemica sulla sicurezza nelle località turistiche del Mar Rosso.