Il presidente Donald Trump, appena insediato per il suo secondo mandato, ha inaugurato la nuova amministrazione con un’ondata di decreti esecutivi, volti a ridisegnare profondamente le politiche degli Stati Uniti. L’obiettivo, come dichiarato, è quello di rilanciare il Paese secondo la sua visione conservatrice e nazionalista.
Tra le misure principali spiccano:
•Stretta sull’immigrazione: Invio immediato di truppe al confine con il Messico per contrastare l’immigrazione illegale e abolizione dello Ius soli, che finora garantiva la cittadinanza ai bambini nati sul suolo statunitense.
•Politiche ambientali: Fine del mandato per la produzione di auto elettriche e ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima, una decisione che potrebbe avere implicazioni globali nella lotta al cambiamento climatico.
•Valori conservatori: Rilancio della linea sui “due soli sessi biologici” e altre politiche sociali conservatrici.
•Tecnologia e sicurezza: Proroga del divieto di TikTok, come promesso in campagna elettorale, per motivi legati alla sicurezza nazionale.
Questi provvedimenti segnano un ritorno netto alle politiche che avevano caratterizzato il primo mandato di Trump, con un’enfasi sull’indipendenza energetica, sul controllo dei confini e sul ritorno a valori tradizionali.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Mentre i sostenitori applaudono la determinazione del presidente, i critici denunciano l’effetto polarizzante di queste misure, definendole un passo indietro per i diritti civili e la sostenibilità ambientale.
La portata e l’impatto di queste decisioni saranno al centro del dibattito politico nazionale e internazionale nelle prossime settimane.