La Corte di Cassazione ha ordinato un nuovo processo d’appello per rivalutare le accuse nei confronti di Alija Hrustic, l’uomo di 28 anni di origine croata. Nel caso in questione, Hrustic era stato precedentemente condannato all’ergastolo, ma questa sentenza era stata annullata in appello. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha stabilito che nel delitto commesso da Hrustic c’è un quadro di tortura che richiede una valutazione accurata. È necessario considerare anche l’accusa di omicidio volontario.
La Corte di Cassazione ha descritto le violenze subite dal piccolo Mehmed come un “sistematico pestaggio”, nonostante la sua condizione di fragilità e la limitata capacità di difesa. Il bambino ha subito sofferenze fisiche e morali con un “grave e prolungato patimento fisico e morale”. Gli atti di violenza inflitti includono bruciature, morsi, calci, schiaffi, pugni e un “trattamento degradante per la dignità del bambino”. Alla luce di queste evidenze, la Corte di Cassazione ha deciso che è necessario celebrare un nuovo processo d’appello per rivalutare le accuse di tortura, omicidio volontario e maltrattamenti nei confronti dell’imputato.
Questa decisione della Corte di Cassazione implica che il caso di Alija Hrustic sarà riesaminato in un nuovo processo d’appello, durante il quale verranno rivalutate le accuse nei suoi confronti. Sarà compito del nuovo tribunale analizzare attentamente le prove e decidere sulla colpevolezza di Hrustic in base alle leggi e alle norme legali vigenti. La sentenza con cui la Corte d’assise d’appello di Milano aveva escluso il reato di tortura e riqualificato l’omicidio volontario in maltrattamenti pluriaggravati culminati nella morte è stata annullata dalla Corte di Cassazione. La sentenza di secondo grado, che aveva ridotto la pena a 28 anni per l’imputato Alija Hrustic, è stata considerata viziata da violazione di legge penale.
Nelle motivazioni depositate dalla Cassazione dopo la sentenza dello scorso 13 gennaio, si specifica che le condotte di tortura attuate da Hrustic la notte del 21-22 maggio 2019, così come quelle esercitate nei giorni precedenti la morte del bambino, sono considerate comportamenti “platealmente eccedenti rispetto alla normalità causale” e che hanno provocato sofferenze corporali aggiuntive alla vittima. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la sentenza di secondo grado, che aveva escluso il reato di tortura e riqualificato l’omicidio volontario, fosse viziata e illogica dal punto di vista della motivazione. Pertanto, è stato ordinato un nuovo processo d’appello per rivalutare le accuse nei confronti di Alija Hrustic, considerando anche il reato di tortura. Sarà compito del nuovo tribunale esaminare attentamente le prove e decidere sulla colpevolezza di Hrustic in base alle leggi e alle norme legali vigenti.
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