Il Policlinico di Bari si distingue come pioniere mondiale nella combinazione di un vaccino personalizzato a mRNA e l’immunoterapia per il trattamento del carcinoma uroteliale. Questa innovativa sperimentazione ha visto protagonista una paziente di 75 anni, la cui terapia è progettata su misura, basandosi sulle mutazioni genetiche specifiche del suo tumore. L’obiettivo è attivare il sistema immunitario affinché combatta direttamente le cellule tumorali, riducendo drasticamente il rischio di recidive.
La terapia si avvale del vaccino autogene cevumeran, una tecnologia a base di RNA messaggero, e dell’inibitore di PD-1 nivolumab, già approvato a livello internazionale per altri tumori. Questa combinazione permette al sistema immunitario del paziente di riconoscere e aggredire le cellule cancerose con precisione, segnando un passo avanti verso cure personalizzate e meno invasive rispetto alla chemioterapia tradizionale.
Il progetto è parte di uno studio clinico internazionale che coinvolge 110 centri nel mondo, di cui nove in Italia, confermando il ruolo di Bari come hub di eccellenza nella ricerca oncologica. La dottoressa Mimma Rizzo, a capo del team di oncologia, ha sottolineato che questo approccio non solo offre nuove speranze di guarigione, ma rappresenta una pietra miliare nella lotta contro il carcinoma uroteliale, che in Italia colpisce circa 30.000 persone ogni anno.
La sperimentazione rappresenta anche un traguardo per la sanità pugliese, che ora è in grado di attrarre pazienti da altre regioni per accedere a trattamenti di avanguardia. Questo risultato testimonia l’importanza di investire nella ricerca clinica e nell’adozione di tecnologie avanzate.