Non era stato investito da un’auto pirata, come inizialmente si era creduto, ma picchiato brutalmente dal compagno della nonna, il bimbo di 6 anni trovato in gravi condizioni a Ventimiglia la mattina del 19 dicembre scorso. E che versa ancora in coma farmacologico all’ospedale Gaslini di Genova.
A confessarlo è stato l’uomo stesso, L.C., che ieri si è presentato in Commissariato, accompagnato dal proprio avvocato, per rendere spontanee dichiarazioni. L’uomo, poi interrogato dalla pm Maria Paola Marriali, è ora indagato assieme alla nonna (in stato di libertà) per lesioni gravissime.
Il bambino era stato raccolto dal compagno della nonna e portato in auto sul posto di lavoro del padre, ad almeno tre chilometri di distanza dal luogo del ritrovamento: l’anziano aveva parlato di un investimento da parte di un’auto pirata, ma le telecamere della zona non hanno rilevato all’ora indicata il passaggio di mezzi.
Pare che il settantenne nonno acquisito avesse avuto una reazione furiosa per l’eccessiva vivacità del ragazzino. «Stavo spostando dei mobili, mi disturbava». La nonna aveva raccontato di aver preparato la bistecca impanata per R. e per il suo fratellino che ha 5 anni. E che lo avesse chiamato più volte: «È pronto tesoro, vieni a mangiare». Sarebbe stato in quel momento che il nonno acquisito avrebbe detto «vado a cercarlo io», con un bastone delle tende (bastone compatibile per gli inquirenti con le botte ricevute al braccio fracassato).
Gli inquirenti non credono alla storia dei futili motivi. Alla versione che danno dei fatti la nonna e il nonno acquisito. Sono diverse le incongruenze. Le indagini porterebbero ad altre conclusioni. Ad avere scatenato la furia del settantenne che ha mandato in coma il bambino di sei anni, potrebbero esserci delle cose dette su di lui da R. o dal fratellino. Segreti che potrebbero venire alla luce nelle prossime ore.
Il piccolo è ancora in pericolo di vita, ricoverato in Rianimazione al Gaslini di Genova, dove lo veglia il papà Simone, piccolo commerciante di Ventimiglia. Il ragazzino ha subìto frattura a otto vertebre e a un braccio, la perforazione di un polmone e lesioni alla milza. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi.
Il papà di R., Simone, è distrutto. «Non riesco a darmi pace. Non posso sopportare che al mio bambino sia stato fatto tutto questo. Ha avuto anche la faccia di venirmi a dirmi in ospedale `forza´! Devi marcire lentamente», ha scritto in un post il padre del bimbo. Dal proprio profilo Facebook il genitore aggiunge: «Dove hai trovato il coraggio di commettere un gesto simile, se questa è la verità! Figlio mio, sto lottando con tutto me stesso per te, per i tuoi diritti, per la tua dignità». Chi gli e vicino afferma che non riesce a capacitarsi di come sua madre abbia potuto «coprire», se le accuse dovessero essere confermate, il suo compagno.
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