Un episodio sconcertante avvenuto recentemente in un penitenziario italiano: una foto, divenuta rapidamente virale, ritrae un agente penitenziario che stringe la mano a un detenuto mentre quest’ultimo lascia il carcere. Il gesto, che potrebbe sembrare un semplice atto di cortesia, è stato immediatamente seguito da un comportamento inaccettabile: il detenuto dopo il saluto, getta i suoi effetti personali a terra, dando l’impressione di voler “chiudere un occhio” sulla situazione.
Questo episodio veicola un messaggio profondamente sbagliato. Stringere la mano a un detenuto che esce dal carcere è già un atto controverso, che può essere percepito come un’ingiustificata dimostrazione di supporto o addirittura un elogio. Ma l’aggiunta del gesto incivile di gettare i suoi effetti personali come rifiuti a terra amplifica il senso di vergogna legato all’intera vicenda, evidenziando un comportamento inaccettabile da parte di chi dovrebbe essere un esempio di disciplina e rispetto delle regole.
Molti si chiedono come un agente penitenziario, figura che rappresenta lo Stato e le sue leggi, possa comportarsi in modo così discutibile. Questo incidente non solo danneggia l’immagine dell’intero corpo penitenziario, ma rischia anche di inviare un messaggio negativo alla società, quasi come se si stesse legittimando un comportamento scorretto e, al contempo, dando una sorta di benvenuto a chi ha violato la legge.
La speranza è che la procura prenda presto provvedimenti seri, per assicurare che episodi del genere non si ripetano e per riaffermare che chi indossa una divisa ha il dovere di rappresentare l’integrità e la giustizia. Comportamenti come quello immortalato nella foto non possono e non devono essere tollerati: è una vergogna che richiede una risposta rapida e decisa.