Nel 2021, a Milano, una coppia aveva richiesto al Comune la celebrazione urgente del matrimonio poiché il futuro sposo, ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Fatebenefratelli, era in fin di vita. La legge italiana permette infatti, in tali casi di emergenza, una procedura accelerata di matrimonio senza pubblicazioni. Tuttavia, nonostante la richiesta, il Comune non completò in tempo le procedure, e l’uomo morì prima delle nozze.
Successivamente, la donna ha intrapreso un’azione legale, chiedendo un risarcimento di circa 250.000 euro per i danni morali e patrimoniali derivanti dall’impossibilità di ottenere la pensione di reversibilità, diritto spettante al coniuge. Di recente, il Tribunale di Milano ha condannato il Comune a risarcire la somma di 15.000 euro per i danni non patrimoniali, ritenendo insufficiente la risposta fornita dall’amministrazione comunale alla richiesta di matrimonio urgente. Tuttavia, la controversia legale è ancora in corso, con una prossima udienza fissata per gennaio 2025, che potrebbe valutare ulteriori risarcimenti relativi alla perdita economica.
Il Comune ha deciso di fare appello, contestando la sentenza e sostenendo che l’ufficiale di stato civile aveva rispettato le norme previste, pur in una situazione complessa e legata all’emergenza pandemica in corso.