A mille giorni dall’inizio della guerra in Ucraina, il conflitto raggiunge una nuova fase critica. Gli Stati Uniti hanno autorizzato l’utilizzo da parte di Kiev di missili a lungo raggio ATACMS per colpire obiettivi in territorio russo. Questa decisione, presa dall’amministrazione Biden a due mesi dalla fine del suo mandato, rappresenta una svolta significativa, con implicazioni politiche e militari complesse.
Gli ATACMS, missili balistici tattici con una gittata fino a 300 km, erano stati forniti a Kiev già in passato, ma con il vincolo di non usarli contro il territorio russo. Ora, con l’ok di Washington, l’Ucraina potrebbe intensificare la pressione militare su Mosca. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito questa mossa come un possibile punto di svolta, auspicando che contribuisca ad accelerare la fine del conflitto .
Dal Cremlino, Dmitry Peskov e altri esponenti governativi hanno definito l’azione come una provocazione diretta, accusando gli USA di “gettare benzina sul fuoco”. Mosca ha promesso una risposta “adeguata e tangibile” e ha ribadito che l’uso di tali missili cambierebbe la natura del conflitto, considerandolo un coinvolgimento diretto della NATO nella guerra .
Escalation di tensioni
A complicare ulteriormente la situazione, il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, ha minacciato l’uso di armi più potenti qualora gli Stati Uniti e i loro alleati continuassero a sostenere militarmente Kiev. Parallelamente, continuano gli attacchi russi sulle infrastrutture ucraine, che stanno causando blackout e gravi perdite civili, come dimostrato dal recente attacco nella regione di Sumy, in cui sono morte almeno sette persone, tra cui un bambino .
Questa nuova fase della guerra accresce le incertezze sul futuro del conflitto e mette in evidenza la fragilità degli equilibri diplomatici globali. Rimane da vedere come reagiranno il presidente eletto Donald Trump e i suoi alleati, dato che Trump ha dichiarato in passato di voler lavorare per una rapida risoluzione della guerra.