L’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio ad Ercolano, il 18 novembre, ha spezzato le vite di Sara e Aurora Esposito, gemelle 26enni di Marigliano, e di Samuel Tafciu, 18 anni, residente in Italia da oltre un decennio. I tre giovani erano al loro primo giorno di lavoro, svolto in nero in una struttura priva di ogni norma di sicurezza.
Secondo le ricostruzioni, i tre stavano effettuando mansioni all’interno di un deposito non autorizzato, riconvertito abusivamente in fabbrica di fuochi pirotecnici. La deflagrazione, talmente potente da ridurre la struttura a macerie, non ha lasciato scampo alle vittime. I familiari sono stati informati solo dopo il tragico incidente, quando era ormai evidente la portata della catastrofe.
Dolore e richieste di giustizia
Il segretario generale della CGIL Napoli e Campania, Nicola Ricci, ha denunciato la gravità della situazione: “Siamo di fronte all’ennesima tragedia legata al lavoro nero e alla mancanza di sicurezza sul lavoro”. Ricci ha evidenziato come, solo in Campania, le vittime sul lavoro siano già 67 dall’inizio dell’anno, invitando il governo a prendere misure più incisive per garantire condizioni lavorative dignitose .
Sara e Aurora Esposito erano conosciute e benvolute nella loro comunità di Marigliano. Samuel Tafciu, giovane padre, lascia una compagna e una bambina di pochi anni. Il loro destino si è tragicamente incrociato in un luogo che avrebbe dovuto offrire un’opportunità, ma si è trasformato in una trappola mortale .
Le indagini della Procura di Napoli sono ora in corso per accertare le responsabilità di questa ennesima strage che mette in evidenza le gravi conseguenze del lavoro nero e delle attività illegali.