“Ti devono uccidere a te e a tutta la tua famiglia. Sei un infame. Appena ti incontriamo ti ‘schiattiamo’ a te e le tue lenti“. Questa è una delle frasi minacciose rivolte al deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli dopo la sua denuncia di un murales, nel quartiere napoletano di Soccavo, con il quale veniva omaggiato Antonio Artiano, detto Anthony, un giovane morto dopo essere stato ferito con un colpo di pistola.
Artiano era figlio di colui che è ritenuto il luogotenente di Antonio Scognamillo, soprannominato “Tonino ‘o parente”, elemento di spicco della criminalità organizzata del rione Traiano. Sull’omicidio del giovane sono in corso indagini, anche se per gli investigatori è oggettivo l’ambito criminale in cui è mturato il delitto. Diversi cittadini del quartiere, dopo la comparsa del murales hanno chiesto a Borrelli di intervenire e, si legge in una nota del deputato, “il solo aver ricostruito la vicenda e criticato il murales ha provocato nuovi insulti e minacce di morte da parte di alcuni familiari” della vittima, in particolare donne, all’esponente politico che già vive sotto scorta per le sue battaglie contro la camorra.
“Ancora una volta – è il commento di Borrelli – l’aver preso posizione contro le famiglie dei clan che infestano la nostra terra ha provocato una reazione terrificante. Mi hanno minacciato di morte senza alcun timore. Queste donne spesso sono peggio dei loro uomini, non hanno remore a fare del male al prossimo e ‘addestrano’ i loro figli a diventare i criminali del domani. Ancora una volta chiederò alla magistratura di fare piazza pulita. Sul nostro territorio continuano a realizzare omaggi pubblici verso camorristi, rapinatori e delinquenti vari mentre le vittime e gli eroi vengono dimenticati da tutti“.
A Francesco Emilio Borrelli va la solidarietà di Pino Grazioli e di tutta la redazione giornalistica.
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