In Italia, il dibattito sull’autonomia differenziata continua a essere al centro dell’attenzione, generando divisioni tra coloro che sono a favore e quelli che sono contrari alla riforma. Nonostante il passare del tempo, le controversie rimangono e le regioni del Sud, in particolare la Campania, si trovano in prima linea nella lotta contro il progetto del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli. I cittadini, soprattutto quelli del Mezzogiorno, cercano ancora risposte a molte domande e preoccupazioni.
A quanto riferisce Napolitoday, il disegno di legge di attuazione dell’autonomia differenziata ha ottenuto il via libera dalla Conferenza Unificata nelle ultime ore. Il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ha commentato questo passaggio definendolo “un ulteriore passo positivo avanti nel percorso della riforma”.
Ma cos’è questa Autonomia Differenziata ? L’autonomia differenziata è una forma di autonomia territoriale che consente alle regioni di avere maggiori poteri e responsabilità in alcune aree di competenza, rispetto ad altre regioni e al livello nazionale. In pratica, l’autonomia differenziata significa che le regioni possono avere maggiori poteri legislativi, amministrativi e finanziari rispetto ad altre regioni, in base alle specifiche esigenze e caratteristiche del loro territorio.
Ciò significa che le regioni possono adottare leggi e politiche su alcune materie, come ad esempio la sanità, l’istruzione, l’ambiente o il turismo, in modo più autonomo e flessibile rispetto alle regole nazionali. L’autonomia differenziata è stata introdotta in Italia con la riforma costituzionale del 2001 e successivamente è stata oggetto di ulteriori riforme e discussioni politiche.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il 2 febbraio scorso un disegno di legge che prevede disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario. Lo scopo del disegno di legge, come indicato nell’articolo 1, è di stabilire “i principi generali per l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, nonché le relative modalità procedurali di approvazione delle intese fra lo Stato e una Regione”. Tuttavia, l’attribuzione di funzioni relative alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, riguardanti materie o ambiti di materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, è consentita solo dopo la determinazione dei relativi livelli essenziali delle prestazioni, in conformità con l’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione.
Questi livelli essenziali delle prestazioni costituiscono il nucleo invalicabile per garantire l’effettiva erogazione dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale, promuovendo una giusta allocazione delle risorse e il superamento dei divari territoriali.