VERBANIA – A quasi quattro anni dalla tragedia della funivia del Mottarone, che il 23 maggio 2021 costò la vita a 14 persone, la Procura di Verbania ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque persone, ritenute responsabili – a vario titolo – dell’incidente che sconvolse l’Italia.
Nel mirino dei magistrati ci sono Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone; Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente ex direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto; Martin Leitner, consigliere delegato della società altoatesina incaricata della manutenzione, e Peter Rabanser, responsabile del Customer Service.
Le accuse, pesanti, vanno da omicidio colposo plurimo a disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti e lesioni colpose. Per Perocchio e Tadini si aggiunge anche l’accusa di falso.
Non sarà invece processato Anton Seeber, presidente del consiglio di amministrazione della società Leitner, per il quale era già stata disposta l’archiviazione nel 2023, per mancanza di elementi sufficienti a sostenerne la responsabilità.
Proprio la Leitner aveva raggiunto nel 2024 un accordo extragiudiziale con i familiari delle vittime, stabilendo un risarcimento complessivo compreso tra i 25 e i 30 milioni di euro.
L’incidente avvenne in una domenica di fine maggio: una cabina della funivia precipitò lungo il versante del Mottarone a causa della rottura del cavo trainante e del mancato funzionamento del sistema di emergenza, che non si attivò per la presenza di un forchettone disattivante i freni. Nell’impatto persero la vita 14 persone, tra cui due bambini di 5 e 2 anni. L’unico sopravvissuto fu Eitan Biran, all’epoca 5 anni, rimasto orfano e oggi affidato alla zia paterna.
La decisione finale spetta ora al giudice per le indagini preliminari, che valuterà se accogliere la richiesta della Procura e disporre l’apertura del processo. Un passaggio atteso con grande attenzione non solo dai familiari delle vittime, ma da un’intera nazione che chiede ancora giustizia.