La tassa sui rifiuti (Tari) è in crescita in quasi tutta Italia nel 2024, con un incremento medio del 2,6%, che porta la spesa media familiare a 329 euro annui. Questo aumento è legato a diversi fattori, tra cui l’inflazione, il caro energia e le difficoltà economiche degli enti locali, che spesso non dispongono di una rete di impianti adeguati per la gestione dei rifiuti. Secondo il rapporto di Cittadinanzattiva, il Sud Italia rimane la zona più costosa, con la Puglia in testa per il maggior esborso (426,50 euro per famiglia), mentre il Trentino Alto Adige si distingue per le tariffe più basse, con una media di 203 euro annui .
Catania si conferma la città con la Tari più onerosa (594 euro), mentre Trento si distingue per la tariffa più contenuta (183 euro). Le variazioni, però, non sono uniformi: in città come Roma, Firenze e Verona gli aumenti sono tra il 2% e il 7%, a seconda delle delibere comunali .
L’aumento della Tari evidenzia problemi strutturali nella gestione dei rifiuti, tra cui il ricorso eccessivo alle discariche e la carenza di impianti di trattamento. Gli esperti sottolineano l’importanza di investire nella differenziazione e nel recupero delle risorse per ridurre i costi e migliorare l’efficienza del sistema .